sabato 24 settembre 2011
Sella Ronda Trail (by nico mallucci)
Se le gare fossero un pranzo, questa sarebbe
stata un pranzo di gala. Uno di quei pranzi dove fai di tutto per
andare ma dove poi, forse perchè troppo belli, con gente troppo chic,
vai a finire che ti senti fuori posto. Il mio Sellaronda Trail è stato
questo. Ma mentre al pranzo di gala magari nessuno fa nulla per farti
sentire a tuo agio, io su quei 4 passi e tra quelle persone mi sono
sentito a casa.
La cronaca: sveglia alle 5.30 e panoramica del terrazzo
dell'albergo che ospita me e tutta la truppa. Colazione leggera – oggi
non riesco proprio a mandar giù tutto il necessario- e solita
vestizione per i trail delle grandi occasioni. Si alza mia moglie e
ricevo le classiche raccomandazioni (per fortuna non si annovera il
“non correre”) e parto trotterellando verso Canazei centro, 1 km circa
dal mio caldo lettuccio. Arrivati alla partenza mi accorgo di aver
dimenticato il gps. Via di nuovo a casa. Ritorno abbastanza trafelato 2
minuti prima dello start con già 4 km sulle gambe (vabbè...avrò fatto
riscaldamento) ma almeno non mi accorgo dei “mostri” che sono pronti a
scattare. Si apret con il Sella, con una salita ed un fondo non troppo
impegnativo e con un paesaggio che toglie il fiato e ti fa sentire
piccolo piccolo. Vado bene e non forzo: la strada è lunga. Al Rifugio
Valentini c'è il ristoro ed anche una vecchina che mi fa: “bravo
bravo!!!...ma sei solo all'inizio eh?!” Vecchina...mavaff....Neppure la
discesa è difficile e riesco a non perdere troppe posizioni. La fascite
non mi disturba, il ginocchio neppure. A Selva passo in largo anticipo
il cancello orario. Da qui attacchiamo il Passo Gardena. Più bello da
percorrere ed anche più duro del Sella, ma meno “emozionante” da punto
di vista del paesaggio (si vabbè ..pagherei per correre tutti i giorni
sul Gardena). La discesa è divertente ed impegnativa fino a Colfosco:
da li ci sono i “miei”luoghi di vacanza, dove andavo da picoclo con i
miei genitori. Li conosco e so cosa mi aspetta fino ad arrivare ad
Arabba. O almeno lo credo...Attraverso Corvara e passo il cancello
sempre abbondantemente dentro i tempi. Ristoro ottimo anche se vorrei
qualche cosa in più di salato e meno dolcetti. Ma va bene lo stesso.
Attacchiamo il Campolongo da Dantercepies. Lo conosco. Sarà dura. Anzi
durissima. Anche perchè faremo il Campolongo passando in altura, su
sentieri impervi e passando tra formazioni rocciose di una bellezza che
le parole non possono descrivere. A metà salita c'è il ristoro .Lo
vedo. Stiamo camminando. Una ragazza che è a fianco a me chiede della
coca ad un volontario lungo il percorso. Io scherzando chiedo della
birra. Vedo che prende un telefono. Al ristoro compaiono 2 lattine di
coca e due birre medie belle schiumanti!!! Grazieeeeee!!! Bevo (poco
però altrimenti chi ci arriva alla fine!) e riparto percorrendo uno dei
tratti più belli del percorso. Ad Arabba arrivo stanco a circa 45
minuti dalla chiusura dei cancelli. Rimane il Pordoi. Ma non il Pordoi
semplice: si attacca il Col Rodella, poi Porta Vescovo ed infine si
ridiscende prima verso il Pordoi e poi giù in picchiata verso Canazei.
In salita vado in crisi: l'attacco bene ma è interminabile.
L'ultimo
tratto prima del ristoro è durissimo per me. Cammino molto. Al ristoro
io ad altri due compagni di salita scherziamo con i volontari. Non
vogliamo più andar via: ci aspetta un altro strappo durissimo e poi un
lungo falsopiano verso il Pordoi. Dura, dura, dura. Ma devo farcela. I
mii figli saranno li ad aspettarmi e ho gambe e soprattutto testa per
arrivare a Canazei, anche un solo minuto prima del termine. Trotterello
in discesa. E arrivo al Pordoi. Scherzando minaccio il ritiro ai
volontari che subito si disperano per me. Ma siamo matti?? Dopo tutta
questa fatica!?!?! Mancano 6 km. I più duri per me. Mi fa male la
schiena e mi superano diversi atleti. Rivedo luoghi che conosco: siamo
vicini. Sprono un compagno che è più in crisi di me: “dai dai! Mancano
400 metri a Canazei! Ci siamo riusciti!!!” Entriamo in paese: lungo la
strada che porta all'arrivo mi aspetta la family. Uno dei miei cuccioli
mi viene in contro e facciamo insieme gli ultimi cento metri. Lorenzo
non è riuscito a rimanere sveglio. Arriviamo io e Fede per mano. Un
inchino (ai monti, ai volontari, alla mia famiglia che mi ha aspettato
ma soprattutto a me: bravo Nico) e attraversiamo il traguardo. 9 ore e
40 minuti. 20 minuti prima della scopa, nelle ultime posizioni (circa
90simo), ma ci sono riuscito (e i ritirati sono stati quasi 70).
Che
dire. La gara più bella della mia vita.
I ringraziamenti li faccio
sempre. Stavolta però questa gara la dedico alla mia famiglia(Isa, Fede
e Lori) e soprattutto Nicola: bravo Nico...sei stato veramente un
grande!
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